Quando parliamo della Allende parto sempre con l’incognita che i suoi libri possano piacermi o meno.. se Ines dell’anima mia mi è piaciuto assolutamente sì ma a tratti l’ho trovato un po’ pesante e a fatica l’ho terminato, mi sembrava che la fine non arrivasse mai.La Allende in questo libro ci racconta la vita di questa donna Ines Suarez che parte dalla Spagna, dove ha sempre vissuto sin dalla sua nascita, alla ricerca di quel marito perduto di cui ormai dopo anni non ha più notizie, accompagnata dalla nipote. Ma il viaggio è tutto che tranquillo, infatti la donna dovrà superare parecchi ostacoli prima di trovare la ricchezza e la serenità che la accompagneranno per il resto dei suoi giorni.Inés nel racconto è quanto più distante dalle donne della sua epoca, parte da sola verso l’ignoto, per sfamarsi può fare affidamento solo sulle sue forze. Il libro raccoglie le memorie che la donna racconta alla figlia e che le lascia in eredità, il racconto a volte molto crudo di come si sia ritrovata nella spedizione alla conquista del Cile accompagnata dal suo compagno Pedro de Valdivia, un racconto a volte crudo sulle continue lotta che gli spagnoli e gli indigeni hanno portato avanti sin dal primo momento che gli spagnoli hanno messo piede nelle loro terre.Ed è proprio Ines il cardine che tiene tutti insieme, colei che si occupa dei feriti, da da mangiare agli affamati e aiuta nella costruzione della città ma soprattutto prende parte alla vita politica dimostrando come anche le donne possano farsi valere.Nonostante a tratti l’abbia trovato un po’ pesante devo dire cheo studio della Allende nel ricostruire la storia e le varie battaglie e notevole, è molto interessante soprattutto scoprire come queste persone che, convinte di fare fortuna abbandonano le loro case sicure per addentrarsi in una missione vista da tutti come impossibile e di come una volta conquistato l’obiettivo debbano sempre vivere sul chi va là in attesa di un ipotetico attacco.
recensione Inés dell’anima mia di Isabel Allende
